Sanità, primario arrestato a Roma. ANED: "Lesi i nostri principi. Ora rafforzare la dialisi pubblica"




Negli ultimi giorni la comunità nefrologica italiana, è stata scossa da eventi che hanno destato profonda preoccupazione tra pazienti, operatori sanitari e istituzioni. In qualità di Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto (ANED), il nostro compito primario è — e resta — quello di tutelare i pazienti e i loro diritti, in particolare per quanto riguarda la qualità, la sicurezza e la continuità dei trattamenti dialitici.

Siamo fiduciosi nel lavoro della magistratura e delle autorità competenti, affinché le indagini in corso possano chiarire al più presto la reale portata dei fatti e restituire trasparenza e serenità a tutto il settore nefrologico.

L’ANED ha avuto modo di conoscere e collaborare con il Prof. Roberto Palumbo, professionista che ha sempre condiviso i principi, i valori e le regole del nostro Statuto. Abbiamo conosciuto un medico competente, empatico e attento alle necessità dei pazienti.

Per questo motivo, in queste ore, il nostro sentimento è di incredulità, ma anche di totale avversione verso quanto sta emergendo, perché sentiamo lesi i nostri stessi principi e il totale allontanamento dalla nefrologia per la quale ci battiamo che ha al centro l’obiettivo di un mondo senza la dialisi, fondato sulla prevenzione e sul trapianto e non sul baratto dei pazienti.

Ci impegneremo nei prossimi giorni nella regione Lazio e ovunque sia necessario, affinché non vi sia rischio per la continuità dei trattamenti dialitici, sia nelle strutture pubbliche sia nelle strutture convenzionate.

Al contempo, ribadiamo la necessità di incrementare il numero dei posti dialisi nelle strutture pubbliche, un messaggio rivolto più volte alle istituzioni e finora rimasto inascoltato.

Purtroppo registriamo in questa vicenda un dato molto chiaro: l’eccesso di sanità privata in un settore come la dialisi non fa bene al sistema pubblico e reca con sé anche rischi di deviazione e di malaffare come quelli di cui parliamo in queste ore.





Commenti