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Antonio
Canova. La Pace di Kiev. L'arte vince sulla guerra, Installation
views, Museo di Palazzo Vecchio (Sala Leone X). Ph. credits:
Alessandra Cinquemani |
La città di Firenze accoglie "La Pace" di Antonio Canova, la celebre versione in gesso del marmo custodito
all’interno del Museo Nazionale Khanenko di Kiev e attualmente
nascosto per tutelarlo dai bombardamenti della guerra tra Russia e
Ucraina. Il modello in gesso della Pace di Canova trova ospitalità
nel cuore di Palazzo Vecchio, e diventa un mezzo per assicurare la
contemplazione del capolavoro dello scultore, altrimenti negata dal
conflitto. L’evento assume un’ulteriore risonanza artistica e
politica in quanto va a confrontarsi a poca distanza di metri con la
grande tela di Pellizza da Volpedo, Il Quarto Stato, esposta da pochi
giorni nel Salone dei Cinquecento.
La mostra, curata da Vittorio Sgarbi,
realizzata grazie alla collaborazione tra il Museo Novecento e il
Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, organizzata da MUS.E con
Contemplazioni, vede la scultura installata al centro della Sala di
Leone X in Palazzo Vecchio. Questo scenario, in cui campeggiano gli
affreschi che ripercorrono le tappe dell’ascesa al potere di
Giovanni de’ Medici (1475-1521), figlio di Lorenzo il Magnifico,
divenuto papa con il nome di Leone X, fa da contraltare al messaggio
portato avanti dalla scultura di Canova, che con la sua storia
racconta vicende di guerre e di pace. Non ultimo, va considerato in
questo contesto l’effige di Cosimo I de’ Medici nelle vesti di
Marte, simbolo manifesto del dominio del duca e della sua politica
espansionistica.
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Antonio
Canova. La Pace di Kiev. L'arte vince sulla guerra, Installation
views, Museo di Palazzo Vecchio (Sala Leone X). Ph. credits:
Alessandra Cinquemani |
Commissionata dal politico e
diplomatico russo Nikolaj Petrovič Rumjancev, ideata da Canova nel
1812 e realizzata nel 1815, la scultura viene pensata come omaggio
alla famiglia Rumjancev, fautrice di alcuni trattati di pace tra
Russia e altri Paesi. Canova viene incaricato di realizzare l’opera
all’alba dell’invasione napoleonica della Russia, tanto che lo
scultore stesso scrive a Quatremère de Quincy l’11 febbraio 1812:
“La statua della Pace si farà: vengane la guerra; essa non potrà
impedirla. Ma io temo che alla pace generale non si farà statua per
ora. Così si potesse farla, come io l’alzerei a mie spese!”.
Alla morte di Nikolaj Petrovič Rumjancev, la sua collezione viene
donata allo Stato e va a costituire nel 1831 il primo Museo pubblico
russo, inizialmente a San Pietroburgo, poi, nel 1861, trasferito a
Mosca. Krusciov – Segretario del Partito Comunista dell’Unione
Sovietica, dalle origini ucraine – decide nel 1953 di trasferire la
scultura da San Pietroburgo a Kiev, al Museo Nazionale Khanenko.
L’iconografia della Pace richiama la
Nemesi, dea greca della “distribuzione della giustizia”. Il
serpente ricorda le medaglie romane, dove era simbolo della guerra.
Il fatto che le scritte commemorative siano in latino è il risultato
di una trattativa tra Canova e l’ambasciatore di Vienna: l’ipotesi
iniziale della lingua russa fu accantonata in favore del latino,
lingua franca e simbolo dell’unione tra le nazioni europee, a
rafforzare dunque il messaggio di pace dell’opera.
“La Pace di Kiev, proveniente dal
Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, è ora a Firenze, e qui,
temporaneamente, attende tempi di pace” commenta Vittorio Sgarbi,
curatore della mostra. “Canova, l’ultimo grande artista che ha
chiuso l’arte dell’Occidente ha unito tutto, non ha diviso.
Canova è un grande conciliatore di ogni conflitto, di ogni
differenza, e in nome della sua Pace io chiedo a voi di invocarla
tutti insieme sul piano di spirito del mondo, perché il mondo si
salvi”.
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